venerdì 5 luglio 2024

NON VOLEVO FAR PARTE DEL SUO BUIO di Stefano Baldinu

 

NON VOLEVO FAR PARTE DEL SUO BUIO

(a Wendi, bambina di sei anni morta a Ravenna a seguito di una caduta dal nono piano di un palazzo causata dalla madre suicida)

 

I mattini ancora acerbi d’inverno

sono fotografie di cieli in bianco e nero

rovesciati sul sonno, luccichii sommessi

di ruscelli di stagnola dentro orizzonti di carta pesta,

due lampioni a succhiare la dolcezza del buio,

rammendi d’aria sui volti dei ponteggi

ed io che mi preparavo per andare a scuola

stretta nel mio grembiule per mano allo zaino,

il cuore di pastello e grafite aperto come un astuccio

in quella casa che sapeva di presepe

e calze zuccherate di Befana.

Dicevano che la mamma, a volte,

viveva di istanti che correvano

come sulle montagne russe

che i suoi pensieri erano giostre

dalle quali scendeva raramente

e solo per venirmi incontro

con il suo abbraccio fragile di piume e mare.

Anche quel giorno quando mi prese per mano

fino al nono piano del palazzo e ferma

sul ciglio del vuoto sembrava l’ombra di un angelo

di carta carbone a ricopiare il dettato di tutti i silenzi.

E poi ricordo una discesa rapida, interminabile

come una corsa a perdifiato di vento

quando liscia il crinale delle dune

con ali troppo piccole per guadagnarsi un volo

o qualche metro di paradiso

e il cuore a scoppiarmi nel petto come

dopo un volo rasente su di un mosaico d’erba e rugiada.

Così gennaio si stracciava sui teli delle impalcature

come la carta di un regalo aperta da una fretta di mani.

È rimasta sul selciato la scintilla di un giorno mai acceso,

la mia testolina di passero sottratto al suo azzurro

e quella domanda senza alcuna risposta: “Perché lo hai fatto, mamma?”.

Io non volevo far parte del suo buio.

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