1)
La mia pattumiera ha la vista
di un Sparviero,
io ho il balcone più sudicio
della Rocca
Commento
personale: durante un caldo pomeriggio d’aprile decisi di rilassarmi un’oretta
sul divano, messo appositamente sul balcone per oziare. Durante il mio riposo
fui disturbato da un odore sgradevole e da molteplici insetti; entrambe le
disgrazie erano causate dalla pattumiera, posizionata proprio in mezzo al
poggiolo.
Non presi la
scelta impulsiva di adirarmi contro mia madre, artefice di questo scempio, ma
composi invece la mia prima poesia, in cui ho appunto sottolineato come la
vista stupenda di Roccasparvera venga impedita dal pattume.
Dopo averla
esposta alla famiglia, l'immondizia venne spostata in meno di 48 ore.
Questa poesia
dimostra quanta forza hanno le parole, spesso molto sottovalutate ai giorni
nostri, anche se possono fare più male di uno schiaffo.
2)
Panna spray tra la frutta,
la mela dell’Eden
Commento
personale: Mi trovavo al supermercato, precisamente nel reparto della frutta,
quando notai uno scaffale intero di panna spray; il collegamento con la
tentazione fu immediato: l'acquirente, tentando di essere il più salutare
possibile, prende dalle ceste varie tipologie di frutta, finché non si trova
davanti a questo meraviglioso scaffale, che lo costringe ad afferrare un
barattolo di panna montata, rovinando così l’idea di partenza; da questo
l’analogia con Adamo che cadde nella tentazione di agguantare la mela
dell’Eden.
Questa poesia,
che potremmo definire comica, in realtà lascia al lettore la possibilità di
eseguire diversi ragionamenti molto interessanti.
3)
Chiudo la porta
e sono solo,
temo questo
viaggio di ritorno a casa,
temo questa
strada che percorro quotidianamente;
oggi mi sembra
più cupa,
oggi mi sento
insicuro.
Pure la cascata
che mi accompagna nei sogni
pare un tuono
perpetuo generato dalla discesa di Pegaso nel mio petto,
che battendo
gli zoccoli infiamma il campo di battaglia.
Finito il ponte
inizio la salita senza prendere fiato;
una chiocciola
mi attende sulla destra del tragitto,
lei non teme
niente questa notte,
mi guarda…
mi dona un po’
del suo coraggio per continuare l’ascesa.
Più si è vicini
ad un traguardo
più la pendenza
aumenta,
così
intravedendo la vetta affronto la muntà Dalmass.
un rumore
irreale mi distrae, ruoto il capo trepidante…
ancora solo…
non voglio
occhi anonimi che osservano i miei movimenti,
eppure i
tormenti mi assalgono quando neanche una pupilla mi protegge.
Le pietre
incastonate tra uno scalino e l’altro ostacolano il flusso di coscienza,
permettendomi di raggiungere la piazza senza altre paranoie.
Mi osserva, la
conosco, la osservo,
nessuno si farà
domande su questo incontro,
volto lo
sguardo e proseguo, mi sento meno solo, finalmente posso accelerare.
Vedo la casa
dei miei vicini,
noto che i muri
gialli stonano con il grigio,
anche con
l’arancio di quel gatto,
non troppo
audace per giudicarlo selvatico,
ma neanche
troppo pigro per definirlo domestico,
che mi taglia
la strada.
Vedo la meta.
vorrei
correre per scaricare tutta l’adrenalina
accumulata, lo facevo sempre da bambino;
neanche il
tempo di finire questo pensiero e sbatto contro la porta…
è chiusa:
Momo ed
Eolo si volevano divertire.
passerò dalla
cantina…
Bacco ha sempre
l’uscio aperto per chi si sente abbandonato,
ma non sono
l’unico dimenticato:
Ivy appostata
dietro una ruota mi guarda terrorizzata,
ma non può
trovare conforto nei miei occhi spenti;
questa notte
non sarà semplice per lei, ma solo così potrà scoprire la realtà.
Chiudo la porta
finalmente
posso aprire il frigorifero.
Bonus)
Capolavoro alle 2:35
Commento
personale: Questa satira mostra la mia capacità di creare un capolavoro per la
piattaforma Unica alle 2:35 di notte, appena tornato da Paschera.
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