venerdì 5 luglio 2024

Il capolavoro di Silvano Giordanengo

1)

 

         La mia pattumiera ha la vista

         di un Sparviero,

         io ho il balcone più sudicio

         della Rocca

 

 

Commento personale: durante un caldo pomeriggio d’aprile decisi di rilassarmi un’oretta sul divano, messo appositamente sul balcone per oziare. Durante il mio riposo fui disturbato da un odore sgradevole e da molteplici insetti; entrambe le disgrazie erano causate dalla pattumiera, posizionata proprio in mezzo al poggiolo.

Non presi la scelta impulsiva di adirarmi contro mia madre, artefice di questo scempio, ma composi invece la mia prima poesia, in cui ho appunto sottolineato come la vista stupenda di Roccasparvera venga impedita dal pattume.

Dopo averla esposta alla famiglia, l'immondizia venne spostata in meno di 48 ore.

Questa poesia dimostra quanta forza hanno le parole, spesso molto sottovalutate ai giorni nostri, anche se possono fare più male di uno schiaffo.

 

 

2)

 

 

        Panna spray tra la frutta,

        la mela dell’Eden

 

 

 

Commento personale: Mi trovavo al supermercato, precisamente nel reparto della frutta, quando notai uno scaffale intero di panna spray; il collegamento con la tentazione fu immediato: l'acquirente, tentando di essere il più salutare possibile, prende dalle ceste varie tipologie di frutta, finché non si trova davanti a questo meraviglioso scaffale, che lo costringe ad afferrare un barattolo di panna montata, rovinando così l’idea di partenza; da questo l’analogia con Adamo che cadde nella tentazione di agguantare la mela dell’Eden.

Questa poesia, che potremmo definire comica, in realtà lascia al lettore la possibilità di eseguire diversi ragionamenti molto interessanti.

 

 

 

3)

 

Chiudo la porta e sono solo,

temo questo viaggio di ritorno a casa,

temo questa strada che percorro quotidianamente;

oggi mi sembra più cupa,

oggi mi sento insicuro.

Pure la cascata che mi accompagna nei sogni

pare un tuono perpetuo generato dalla discesa di Pegaso nel mio petto,

che battendo gli zoccoli infiamma il campo di battaglia.

Finito il ponte inizio la salita senza prendere fiato;

una chiocciola mi attende sulla destra del tragitto,

lei non teme niente questa notte,

mi guarda…

mi dona un po’ del suo coraggio per continuare l’ascesa.

Più si è vicini ad un traguardo

più la pendenza aumenta,

così intravedendo la vetta affronto la muntà Dalmass.

un rumore irreale mi distrae, ruoto il capo trepidante…

ancora solo…

non voglio occhi anonimi che osservano i miei movimenti,

eppure i tormenti mi assalgono quando neanche una pupilla mi protegge.

Le pietre incastonate tra uno scalino e l’altro ostacolano il flusso di coscienza, permettendomi di raggiungere la piazza senza altre paranoie.

Mi osserva, la conosco, la osservo,

nessuno si farà domande su questo incontro,

volto lo sguardo e proseguo, mi sento meno solo, finalmente posso accelerare.

Vedo la casa dei miei vicini,

noto che i muri gialli stonano con il grigio,

anche con l’arancio di quel gatto,

non troppo audace per giudicarlo selvatico,

ma neanche troppo pigro per definirlo domestico,

che mi taglia la strada.

Vedo la meta.

vorrei correre  per scaricare tutta l’adrenalina accumulata, lo facevo sempre da bambino;

neanche il tempo di finire questo pensiero e sbatto contro la porta…

è chiusa:

Momo ed Eolo  si volevano divertire.

passerò dalla cantina…

Bacco ha sempre l’uscio aperto per chi si sente abbandonato,

ma non sono l’unico dimenticato:

Ivy appostata dietro una ruota mi guarda terrorizzata,

ma non può trovare conforto nei miei occhi spenti;

questa notte non sarà semplice per lei, ma solo così potrà scoprire la realtà.

Chiudo la porta

finalmente posso aprire il frigorifero.

 

 

 

 

Bonus)

 

 

                Capolavoro alle 2:35

 

 

 

Commento personale: Questa satira mostra la mia capacità di creare un capolavoro per la piattaforma Unica alle 2:35 di notte, appena tornato da Paschera.   

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