sabato 6 agosto 2022

Verdetto Parole ed Immagini 2022

 

Verdetto

“Parole ed Immagini 2022 – XXXI Edizione

Scritti

La giuria della XXXI edizione del “Concorso Parole ed Immagini”, per quanto riguarda gli “scritti”, formata da Elisa Dani e Giorgio Casiraghi, riunitasi a Rosbella, ha fatto avere il suo giudizio.

 

 

Poesia e prosa giovane

 

  “Abbracciala” di di Ginevra Puccetti, Porcari (Lucca)

-Componimento molto semplice e scorrevole, che rivela una fragilità tutta femminile, da comprendere e proteggere. Quasi un invito. Una sollecitazione a prendersi cura dell’altro da sé, del suo “modo interno”.

 Tenere le mani contro il vetro che mi separa dal mondo” di Anita Morri di Monzuno (Bologna)

-Un testo in cui spicca la descrizione di una condizione insolita: il proprio isolamento, come se tutto il mondo fosse tutto fuori, visto dietro un vetro. Questa condizione, ben tratteggiata nel componimento, in modo quasi claustrofobico,  evidenzia a tratti un’ autoreferenzialità che non lascia uno sbocco evolutivo al testo stesso. Condizione probabilmente voluta e riassunta nell’incipit: oggi come ieri e, ieri come oggi. Rinchiusa in questa bolla di vetro.

 

 

Poesia a tema libero in italiano

 

1° “Autunno” di Francesco Masini, Genova

- La ricorsività del tema “ è autunno” regala alla poesia la sensazione di continuo ritorno della stagione  a cui si fa riferimento, dipingendone, ad ogni strofa, un’immagine semplice e precisa, tratteggiata dalla musicalità dei versi. E’ un componimento sobrio, privo di ridondanze: le tre immagini tratteggiate nelle tre strofe si arricchiscono vicendevolmente di significati nell’incedere dei versi.

2° “Fuggo i pellegrinaggi...” di Sabrina Spinella, di Reggio Emilia

-La poesia originale che tratteggia in modo inusuale il tema del viaggio a piedi, attraverso chi resta indietro. Se ne mette in luce il punto di vista e il lettore è portato ad assumerne la posizione spaziale, fisica: si procede nella lettura ed è quasi come vedere il corteo che avanza assumendo lo sguardo di chi forse alla meta non ci arriverà mai. L’ironia utilizzata sul finale spiazza.

- 3° ex aequo “La coperta” di Flavio Vacchetta, di Bene Vagienna (Cuneo)

-L’immagine suggestiva di una coperta offre il pretesto per narrarsi. Per parlare di sé. Della propria interiorità. Della possibilità di “ridestarsi” grazie ad un incontro. Ad una relazione. Là dove qualcuno è stato in grado di “infilarsi” nella fessura dei respiri di qualcun altro. Ridestandone sensibilità e presenza.

-3° ex aequo “Un sussidiario di felicità” (lingua sarda logudorese) di Pietro Baldinu di San Pietro in Casale (Bologna)

- Questi versi in lingua naturale trasportano il lettore in una dimensione onirica e un po’ mistica, attraverso immagini molto evocative che rimangono impresse nella memoria: immagini come figure di un sussidiario che si sfoglia leggendo, verso dopo verso, dove i ricordi, ricomposti, emergono, vengono alla luce, risorgono e “sanno” di uno splendore antico e di malinconia. Come tanti scatti per descrivere la condizione umana di continua ricerca d’una impossibile felicità.

Prosa a tema libero in italiano

 

1° “Silenzi” di Giulio Irneari (Giuseppe Raineri), Bergamo

-Una scrittura che ci prende per mano, che descrivendo spazi e tempo crea la contrapposizione tra silenzio e rumore, tra pace (anche quella delle dolorose visite notturne), paura, smarrimento, e pone l’accento sulla precarietà della vita e la tenacia dell’amore e del senso di appartenenza dei sopravvissuti.

“Ospedale Al-Shifa” di Alessandro Cuppini (Bergamo)

-Un ospedale di guerra, il dialogo tra due feriti, uno alle gambe, l’altro cieco. Noi, come il cieco, pendiamo dalle parole di quello ferito alle gambe, ci confortano, ci fanno “vedere”… Alla fine, come il non vedente quando riacquista la vista, ci rendiamo conto di avere incontrato l’essenza della compassione e della fratellanza… e il nostro cuore non ha saputo vedere

3° ex-aequo “Se un uomo è un uomo” di Emanuele Rizzi di Frabosa Sottana (Cuneo)
-Racconto che si rifà a “Fahrenheit 451”, di Ray Bradbury. L’autore ci accompagna in un futuro di angosciosa perdita dell’identità, dove solo una presa di posizione coraggiosa potrà permetterci di riconquistare la nostra anima.

3° ex-aequo “Il circo dei bambini” di Emanuele Rizzi di Frabosa Sottana (Cuneo)
- Un presente fatto di avidità e miseria ci trasporta in un paese in cui si è persa la facoltà di gioire e vivere la vita in senso compiuto. Come spesso accade, saranno i bambini a ritrovare con saggezza spunti di ritorno al sorriso.

 

 

Satira e goliardia

 

1° “Snaturata” di Francesco Masini, Genova

-Da considerazioni sull’omologazione rispetto ai grandi temi dell’ambiente, si è costruito un divertente racconto,anche se spesso di non chiara lettura. Nonostante la presa di distanza il pensiero finale induce a ricorrere alla “benefica“ Natura.

2° “La pagliuzza e la scintilla (“La busca e la spluva”) di Luigi Lorenzo Vaira, Sommariva del Bosco, Cuneo  

-Meglio saper scegliere con cura le persone cui dare fiducia. Sotto un apparente luccichio, alle volte, si rivela la notte più nera.

3° “Per l’amor di Benedò” di  Francesco Masini, Genova

-Il racconto dell’esame di maturità è il pretesto per considerazioni su se stessi e ciò che da noi si attende. Messa più a fuoco, la figura del tanto citato Benedò, avrebbe aiutato ad una migliore comprensione del testo.


 

Dialetti e lingue naturali

 

Con la consueta puntualità, la giuria per opere in “dialette e lingue naturali”, formata da Candida Rabbia e Lucia Renaudo, hanno invito verdetto e giudizio nei primi giorni di giugno, con mail.

 

 

Poesie

 

A  pari merito viene assegnato il  1° premio alle  poesie

- “Uno sussidiariu de felitzidade (Lingua sarda logudorese) - Un sussidiario di  felicità”, di Stefano Baldinu di San Pietro in Casale (Bologna)

- “La giòstra (lingua piemontese eporediese, di Ivrea) - La giostra” di Umberto Maria Gillio, Cascinette di Ivrea (Torino).

-Ambedue le poesie esulano  dai  generi “d’occasione” e sono “poesia” indipendentemente dall’idioma  utilizzato, perché ricche di sottili metafore, in una   gamma lessicale estranea a  quella comune. Ciò è reso possibile dall’uso della lingua naturale , che recupera diacronicamente termini  atti ad evocare emozioni non altrimenti evocabili (non certo come, sempre  più spesso , succede per l’italiano, fatto d’anglicismi d’obbligo anche  là dove  esistono espressioni italiane perfettamente adeguate). Come  diceva  Ungaretti, “La poesia  è una combinazione di consonanti e  vocali nella quale è entrata una luce” e  qui la luce è rappresentata   dal sentire  che  permea queste poesie : il sentire  profondo che  viene  dalla  lingua del cuore.

2° ex aequo “Questi scilençi (Questi silenzi)”, in lingua genovese  di Genova, di Stefano Baldinu di San Pietro in Casale (Bologna)

-Poesia delle cose  minime, che trasforma con inusitate metafore ragnatele , rami, rose e  farfalle nella  luce mutevole dove  l’esistenza si lega  all’infinito, nell’eterno silenzio che, come “una sarsitûa” (un rammendo) riveste  l’anima.

2° ex aequo “Ȓa štŕò du  ricórd (La strada del  ricordo)” di Pietro Baccino di Savona

-L’autore coglie, nell’aria pungente di primavera, il  dolore  della  memoria nel sonno dei nostri poveri  giovani morti sul fronte ; i nomi incisi su  una  lapide che il muschio prova a coprire, il vento tra le foglie che gli ricorda i venti di guerra, mai paghi e  che già preannunciano altre  pietre con nuovi nomi incisi,  sotto “u zé ch’u cianz” (il cielo che  piange) e che lento lo accompagna.

3° “Miali (Michele)”, in lingua sarda  lugodorese, di Stefano Baldinu di San Pietro in Casale (Bologna)

-Michele, protagonista di questa poesia, attraversa infinite metamorfosi, che  l’autore va cogliendo per evocarne  tutta la schietta innocenza, in eterno equilibrio su un mondo cangiante che lui percorre danzando e ridendo di chi gli da del matto : “Sos maccos seis bois” (i matti siete  voi).

 

Prose (“Le conte”)

 

  ex aequo “Un  cuaraventot (Un  quarantotto)” in lingua friulana di Nicolina Ros e Luigino Vador, San Quirino, Pordenone

Spassoso racconto in friulano dove, tra “sostituzioni”, “sparizioni” e “nascita” risolutrice, si  avvicendano in  due stalle una  pecora ed  un  vitello : uno scherzo condotto da  una ciurma di burloni,  ben  orchestrato e guidato per  vari “intanto .  . .”, al lieto  fine  tra  bevute,  risate e  applausi di tutti . . . compreso l’appuntato dei carabinieri.

1° ex aequo “Lino ‘l bancari dai cavèj longh (Lino il bancario dai capelli lunghi)” in lingua piemontese” di Luigi Lorenzo Vaira, Sommariva del Bosco, Cuneo

Tra le  mitiche  moto Guzzi, la bottega del ciclista Fredo e  la comune  passione di Lino (ël bancari dai cavèj longh)  e  di Carla (la nuova farmacista) per le rombanti cavalcature, si snoda questo simpatico racconto, dove  un piemontese schietto gioca il suo ruolo sull’etimologia del nome Besson (gemelli) e il segno zodiacale omonimo, che favorisce tra i suoi nati personalità  cangianti.

2° “Marianna dla Grangia (Marianna  della Grangia)” in lingua piemontese di Luigi Lorenzo Vaira, Sommariva del Bosco, Cuneo

-Storiella “frapanta” giocata sui  doppisensi dei  termini che, per  un malinteso intrigo di “canapa speciale” ha  portato i  protagonisti in un “estatico”   finale, davvero “stupefacente” visti  gli ingredienti del caso (Spinelli, canapa fumante a  iosa . . . in odore di Mari(u)ana dla G(r)angia !).

3° ex aequo “Sacociabil veja manera  (Portatile  vecchia maniera)”, in lingua piemontese, Luciano Milanese di Poirino (Torino)

- L’avvento del cellulare (sacociabil) è qui salutato con una divertente scena comica : nei pochi minuti di sosta ai semafori, si svolge tutta la comica messinscena dël “blagheur” che sfoggia il primo cellulare e  di Beppe che, per sbalordirlo, “telefona” lui pure dall’auto . . . ma  usando la cornetta del telefono dell’ufficio, che  sta trasferendo poco oltre in città.

3° ex aequo “Arcòrd ëd l’aluvion ’94 (Ricordo dell’alluvione del ’94)” in lingua  piemontese di Luigi Lorenzo Vaira, Sommariva del Bosco, Cuneo

-Il racconto, in modo diretto e vissuto, ricorda quei terribili  giorni dei primi di novembre,  quando “Tane” (il Tanaro) esondando provocò devastazione  e  morte. L’attesa di un giovane compagno di lavoro, che per fortuna l’ha scampata,  l’affannosa  ricerca nel  fango (in un garage)  di un pastore  tedesco... tanti fatti che ci ricordano come  la nostra  vita sia nelle mani del destino, sostenuta spesso solo da  un filo di speranza.

 

Sezione “Parole ed Immagini

 

Visionata anche dalla giuria fotografica, la sezione di “Abbinamento Parole ed Immagini”, ha visto definire il verdetto, nei locali del Circolo di Mellana, con ulteriore analisi dei giurati Elisa Dani e Giorgio Casiraghi.

 

  Maura Di Stefano di Busalla (Genova)

-Testo raffinato, con immagine decisamente bella, che ben lo asseconda, rafforzandolo, coppia vincente... Il testo è immagine e la fotografia racconto. Sono un tutt’uno perfetto.

2° Daniela Antonello e Pierluigi Fornasier di Padova

- Curata presentazione delle tre opere (soprattutto “Where are you going”, “Dove state andando”), con immagine sapientemente costruita, di grande impatto, degnamente affiancata da un testo che la sottolinea e rafforza, rispecchiandosi nella crudezza.

3° Manuela Bracco di Borgo San Dalmazzo (Cuneo)

-Lavoro  articolato, delicato, immagini in bianco e nero accompagnate da testi pieni di sensibilità (a partire dal primo, quello del gabbiano in volo), legati in un rapporto non scontato, di  interazione, completamente mantenuta sempre. Curata è la presentazione, in cui si vede il tocco femminile.

 

Fotografie

La giuria della XXXI edizione del “Concorso Parole ed Immagini”, per quanto riguarda le “fotografie”, formata da Grazia Bertano, Cristiano Cerato e Massimo Macagno, si è riunita, la sera del 31 maggio, nella sede del Circolo organizzatore, ed ha espresso il seguente verdetto.

 

1 -  “Animali selvatici”

 

1° Lelio Giraudo di Boves

-Per “Airone cenerino”, effetto “movimento”armonico in colori e composizione. Bella l’idea ed “effetto” decisamente riuscito in tutti i suoi risvolti.

2° Michele Siciliano di Boves

-Per il “Camaleonte”, immagine ben realizzata tecnicamente, buono lo sviluppo, con colori naturali.

Michele Siciliano di Boves

- Per “Stambecco”, bel “ritratto”, simpatico, con buona luce e felice “postura”.

Premio speciale ad Angelo Gabelli di Castellazzo di Alessandria

-Per tre immagini, lavoro coerente, omogeneo, in bella composizione e valorizzazione del soggetto.

 

2 - “Scatti lungo la mia strada”

 

1° Giovanni Cappello di Carmagnola (Torino)

-Per “Incontri sulla via 2”, immagine simpatica, sottolineata bene dai colori, buona la luce e la composizione.

 Pierluigi Peluso di Roccavione (Cuneo)

- Buona “street photography” in bianco e nero, riflessi sulla strada...

3° Franco Merlo di Borgo San Dalmazzo (Cuneo)

-Per “Luci del mattino”, poetico e sognante scatto, nelle luci del mattino, idilliaco paesaggio montano, primaverile.

  

3 - “Quel color amaranto”

 

Sandra Ceccarelli di Firenze

-Per “Il pane e il pesce”, buona rappresentazione del “colore” come sensazione (“mood”), sottolineato ulteriormente dalla espressione del soggetto (di fondo “amaranto” è anche sensazione). È foto davvero “amaranto”...

È giudicata anche la miglior fotografia della presente edizione.

Segnalazione ad Antonella Lingua di Cuneo

-Per la composizione, l’eleganza nella realizzazione dello scatto, con sottolineatura del soggetto. Bello è lo sviluppo. Da sottolineare son i toni pacati, morbidi.

 


4- “La luce ed il buio”

 

Antonella Lingua di Cuneo

-Tema perfettamente azzeccato, forse migliorabile il “taglio”, immagine suggestiva, che sa colpire. È una fotografia che, nel buio, sa “vedere la luce. Fotograficamente parlando è “uno sviluppo dal negativo al positivo”.

Paolo Ferretti di Fornacette di Pisa

-Per “Una notte a Cuneo”. Nella tenebra diluvio di luci dal sapore mediterraneo, sognante, quasi irreale, felliniana. Bella la composizione.

3° Giovanni Capello di Carmagnola

-Per “Le prime luci”, dalla bella e complessa composizione di luci ed ombre, monocromatici, su più piani. La figura umana è in contrapposizione al complesso in ombra, dove è luce, in luce, dove è ombra...

 Segnalazioni a Daniela Antonello e Pierluigi Fornasier di Padova

-Per le immagini dei loro lavori, al secondo anche per le sue ricerche su “Buio e luci”

 

5 - “La fotografia e l’arte” (“fotografo l’arte, uso la fotografia come espressione artistica...”)

 

1° Renato Piazzini di Firenze  

-Per “Lei e Modì”, scatto che risponde perfettamente al tema, nel sintetizzare la fotografia e l’arte, con una geniale sfocatura in “primo piano”, per “mostrare” il vero soggetto sullo sfondo. Rappresenta l’arte, ma è anche “fotografia che fa arte”.

Angelo Gabelli di Castellazzo di Alessandria

-Per la “vedova inconsolabile sulla tomba”, scatto che arriva del cimitero monumentale genovese di “Staglieno”, vera miniera di ispirazioni fotografiche. È capace di cogliere efficacemente uno dei tanti ottimi particolari del sito.

3° Marcella Gurrieri di Vercelli

-Per “Impressioni”. “La fotografia davvero “come arte”, “espressione artistica”, con chiare evocazioni “impressioniste”...

 

 

Mellana di Boves, 6 agosto 2022

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