Verdetto
“Parole ed Immagini 2021 – XXX Edizione
Scritti
La giuria della
XXX edizione del “Concorso Parole ed Immagini”, per quanto riguarda gli
“scritti”, formata da Valentina Biarese, Elisa Dani e Giorgio Casiraghi,
riunitasi a Rosbella, ha fatto avere il suo giudizio tra il 7 ed il 9 giugno.
Poesia e prosa giovane
1° “Fuori stagione” di Luce Santato, Lendinara (Rovigo)
-Una
malinconia soffusa accompagna l’atmosfera ricreata da questi versi, che
raccontano un passato prossimo di
speranza e un futuro incerto.
2° “Ho varcato il
confine” di Ginevra Puccetti, Porcari (Lucca)
-La
simbologia della foglia che si solleva ricrea il desiderio dell’autore di
evasione e di spazi piu’ ampi.
Poesia
a tema libero in italiano
1° “Se voglio tutto si fa poesia” di Sabrina Spinella, Viano (Reggio Emilia)
- Per l’accostamento, nella scrittura, di
immagini inconsuete, a volte spiazzanti, che lasciano spazio tra le parole,
alla poetica del non-detto, attivando nel lettore il circuito del visionario e
riservando sorprese come trampolini per pensieri immaginifici.
2° “Nel canto delle cicale” di Maria Francesca Giovelli, Caorso (Piacenza)
- Per la musicalità del verso e la scioltezza
con cui natura ed esistenza umana si intrecciano generando un interessante
ricamo poetico ed emotivo, nel quale i due elementi si fondono, si compenetrano
e contaminano, grazie al linguaggio poetico utilizzato.
3° “Abruzzo” di Massimiliano (Oliva) Bartolozzi, Santa Maria Capua Vetere (Caserta)
- Per il tema che viene declinato alla luce
d’unico verbo ricorrente, il verbo “tremare”, in modo non scontato, utilizzando
metafore ed accostamenti di immagini evocative, ricche di suggestioni, alternando lo spazio interno dell’animo
dell’autore e quello esterno della sua terra.
Segnalata “Nei sogni” di Sabrina Spinella, Viano (Reggio Emilia)
- Per la liricità dell’incipit e
l’immediatezza con cui l’autore tratteggia in poche sintetiche, ma efficaci
immagini, il mondo onirico contrapponendolo allo stato di veglia.
Segnalata “Cherso, mia patria” di Pietro Baccino, Savona
- Per aver tratteggiato e condensato un
avvenimento storico in pochi e commoventi “giri di valzer” che ruotano intorno
all’incipit (“era di maggio”), come una malinconica danza che riporta alla luce
sfumature d’uno stesso ricordo.
Prosa a tema libero in italiano
1° “Mio nonno portava il tabarro” di Elisa Marchinetti, Noceto (Parma)
- Dal ricordo nasce un’immagine delicata e vera, non edulcorata e
proprio per questo più commovente. L’autore ci racconta il nonno, cocciuto,
schietto a volte burbero e ne traccia con efficacia saggezza e sostanza
2° “Il gioco” di Sabrina Spinella, Viano (Reggio Emilia)
- Scegliere la
bellezza dell’attimo rispetto alle conseguenze. A che età finisce l’innocenza?
Quando emerge la consapevolezza dei propri gesti anche quando ci portano a
scelte pericolose? L’autore usa lo scorrere dell’acqua, che travolge tutto ciò
che incontra, per raccontarci il disagio di sentirsi estranei al proprio ambito
familiare.
3° “Una speciale normalità” di Perla de Angelis, Perugia – San Marco
- L’autore con una prosa coraggiosa e lucida narra di una madre che
affronta un viaggio in un territorio sconosciuto, quello della sindrome di
Down. Ci fa comprendere i turbamenti, le ansie ma anche le gioie inaspettate
nel convivere con chi spesso consideriamo in modo riduttivo “diverso” che
molto, invece, ci può arricchire.
Segnalato “Ritratto ‘e femmena a’ fenestra” di Giulio Irneari (Giuseppe Raineri), Bergamo
- Un’agile prosa tratteggia schizzi di una
Napoli turbolenta e popolana. I gustosi innesti dialettali contribuiscono a
creare il curioso racconto di una veggente dai cui taciti assensi pendono i
bizzarri ammiratori.
Segnalato “Lectio
magistralis” di Luigino Vador, San Quirino (Pordenone)
-La
voluta lentezza di questa prosa, che indugia sui particolari, sulla luce, sui
suoni e sui colori, ci prende per mano e ci porta nella saggezza del mondo
contadino. Gli insegnamenti di ieri arricchiscono l’oggi di chi li sa cogliere.
Satira e goliardia
1° ex aequo “Un palato semplice” di Francesco Masini, Genova
- Linguaggio aulico per descrivere il rapporto di chi scrive nei confronti del cibo, dei vini e di chi se ne intende. Il tono scherzoso rende piacevole la lettura di questa filastrocca, chiamata pomposamente palinodia. (Trasferita di ufficio dalla sezione “Poesia a tema libero”)
1° ex aequo “L’arciam (Il richiamo)” di Attilio Rossi, Carmagnola (Torino)
-
Scritta in modo divertente, tanto da far venire
l’acquolina in bocca… con espressioni facili e intuibili anche da chi non
conosce il piemontese.
Dialetti e lingue naturali
Con la consueta puntualità, la giuria per opere in “dialette e lingue naturali”, formata da Candida Rabbia e Lucia Renaudo(con due suggerimenti successivi arrivati da Elisa Dani), hanno invito verdetto e giudizio nei primi giorni di giugno, con mail.
Poesie
1° “Vapor (Vapore)” di Umberto Maria Gillio, Cascinette di Ivrea (Torino)
- Riflessioni profonde sull'esistenza umana. Come quotidianamente
evapora l'umidità che poi ritorna in forme varie per dissetarci, così alla fine
della vita l'anima “evapora” verso le stelle. Il ritorno è il conforto della
memoria per chi rimane.
(Riflession ancreuse ansima a la vita. Come ògni di svapora l'umidità
che peui artorna an tante forme për arpaté la sèj, parèj l'ànima svaniss vers
na neuva vita tra le stèile. Sò ritorn a l'é la consolassion ëd la memòria për
coj ch'a resto).
2° “Rivis dal Tiliment (Rive del Tagliamento)” di Nicolina Ros, San Quirino, Pordenone
- Immagini
limpide di ambienti, di bambini, di giochi, di atmosfere gioiose. E poi la vita
va avanti con le sue complicazioni. Ma, ritornando dopo tanto tempo, resta la
magia del luogo e, portato dalla brezza, riprende vita il vocio del passato. Il
cuore sussulta.
3° “Ssi mèani (Queste mani)” di Angelo Canino, Acri (Cosenza)
- Le mani di una madre in un infinito ma piacevole e scorrevole elenco,
raccontano il lavoro di una vita. Adesso, stanche, riposano. Nel guardarle
tutto il passato ritorna vivo.
Segnalato “Cesa 'd campagna (Chiesa di campagna)” di Luigi Lorenzo Vaira, Sommariva del Bosco, Cuneo
-È reso
bene il senso di abbandono; appena appena il vento, infilandosi, risveglia il
ricordo di suoni lontani. Ma poi, ecco, al tramonto, basta un raggio di luce a
riportare la vita.
(A l'é bin presentà la sensassion d'abandon; mach ël vent ch'a
s'anfila, fà arcordé son lontan. Ma peui, varda-lì, al tramont basta 'n ragg ëd
sol a riporté la vita).
Segnalato “Matutin (Mattutino)” di Maria Teresa Cantamessa Andrina, Ivrea
-Un
risveglio accompagnato da immagini vive della natura circostante. L'autore sa
apprezzarle e conservarle. Saranno fonte di speranza nei momenti più gravosi.
(Un desvij compagnà da vive imagine 'd la natura antorn a ca. L'autor
sà apresseje e goerneje. Saran sorgiss dë speransa ant ij moment pì gravos).
Segnalato “Litanìe d'un sìndich
(Litanie di un sindaco)” di Luigi Lorenzo Vaira, Sommariva del Bosco, Cuneo
-Una simpatica tiritera di lamentele dei “mai contenti”. A farne le
spese il sindaco; su di lui sono focalizzate le lamentele che il protagonista accetta
con una buona dose di umorismo.
(Na simpàtica litanìa 'd lamente dij “mai content”. A fene le spèise 'l
sìndich; ansima a chiel a son concentrà le lamentele che 'l protagonista aceta
con na bona dòse d'umorism).
Segnalato “Tempi grévi (Tempi duri)” di Pietro Baccino, Savona
-L'autore sa rendere con efficacia il dolore, le chiusure, le
solitudini portate dalla pandemìa. Ma nel finale la speranza nel futuro torna a
illuminare la scena.
Segnalato (da Elisa Dani) “A seggia (La sedia)” di Angelo Canino, Acri (Cosenza)
-Per aver tratteggiato
in modo poetico l’oggetto quotidiano di un ricordo. Anzi, di molti ricordi
sedimentati, stratificati e riportati alla luce, dalla memoria, come se la
scrittura ne facesse emergere dei frammenti attraverso un lavorio simile a
quello archeologico, con la cura e l’attenzione verso un oggetto antico.
Prose (“Le
conte”)
1° “La festa dij virus (La festa dei virus)” di Luigi Lorenzo Vaira, Sommariva del Bosco – Cuneo
-Una favola dei giorni nostri, con personaggi a noi noti, purtroppo, ma
nella favola non fanno paura, sembrano innocui, intenti come tutti noi a
barcamenarsi nella vita.
(Na fàula dij nòstri di, con personagi ch'i conossoma bin, purtròp, ma
drinta la fàula a fan nen pàura, a smijo inofensiv; come tuti noi as dan da fé
për tiré anans).
2° ex aequo “Farinel” di
Luigi Lorenzo Vaira, Sommariva del Bosco, Cuneo
- Un racconto che ci spiega la pesante
responsabilità di ogni angelo custode. Eh, già, é un vero lavoro! Farinel non
si arrende mai nell'intento di portare al bene il suo protetto. Un buon intreccio di vicende che
incuriosiscono il lettore.
(Na conta che an mostra la gròssa responsabilità 'd minca àngel
guardian. Eh, già, l'han ël sò bel da fé; Farinel a s'arend mai ant ël propòsit
ëd compagné vers ël bin sò protet. Na
bona antërsiura 'd vicende ch'antrigo coj che a
leso).
2° ex aequo “La malavia del let numer quatorde (La malata del letto numero quattordici)” di Luigi Lorenzo Vaira, Sommariva del Bosco, Cuneo
-Un racconto verosimile che ci porta nelle terribili vicende di questa
pandemia. Messa bene in evidenza la totale disponibilità degli infermieri, qui
rappresentati dal protagonista, Maurizio. Il suo impegno sembra un po' velare
la crudezza del racconto.
(Un racont verosìmil ch'an porta ant le spaventose vicende 'd costa
pandemìa. A l'é butà bin an evidensa la completa disponibilità 'd j'infermé,
che sì a son rapresentà dal protagonista, Morissi. Sò impegn a smija un pò velé
la cruëssa dël racont).
Segnalato anche da Elisa Dani
-Per il tema di attualità
trattato senza retorica, ma tratteggiando, attraverso una prosa semplice ed
essenziale, la profondità di una relazione quotidiana, cogliendone i tratti
sensibili e profondi.
Sezione “Parole ed Immagini
Visionata anche dalla giuria fotografica, la sezione di “Abbinamento
Parole ed Immagini”, ha visto definire il verdetto, nei locali del Circolo di
Mellana, la sera di mercoledì 23 giugno, con ulteriore analisi dei giurati
Elisa Dani e Giorgio Casiraghi.
1°
“Romèna” di Sandra Ceccarelli, Firenze
-La bella immagine si abbina a testo
elegante, denso di evocazioni, sentimenti, ricordi, di un passato vissuto...
L’ambiente e le “cose” richiamano memorie personali e nostalgie di quanto è
passato, del tempo trascorso, che si può rivivere solo nel sogno... Amarcord...
La domanda finale “Chi può ridarle la sua dignità?” trova la sola risposta di
con “rispetto” e “poesia”, di cui l’opera è piena.
2°
“Tra luci e ombre di facciata” di Giuseppe Aprile, Cuneo
- L’opera è
ottima integrazione, perfettamente rispondente al tema, tra bella immagine ed
elegante testo poetico, riflessioni in cui la malinconia diventa dolce e
soffusa, esistenziale, come quelle nelle passeggiate notturne, prima di andare
a dormire, dopo giornate dure, vicino casa e nei propri pensieri...
3° “Meravigliosa empatia” di Lelio Giraudo, Boves (Cuneo)
-Belle immagini,
vera “carrellata” di fiori d’orchidea (la “regina dei fiori”), montate con
eleganza, che si abbinano ad un testo che sottolinea il rapimento di fronte a
tanta bellezza, vista anche come stimolo a mature, serene, equilibrate, scelte
di vita, filosofie, rapporto con gli altri...
Segnalazione
a Vittore Giraudo, Cuneo
-Per “Assedio al
gatto”,
più che un vero e proprio “parole ed
immagini” una “fotografia con didascalia, ma costruita con intelligenza ed
ironia, in ogni dettaglio (sin al cartello di “divieto di caccia”), onirica ed
evocativa, capace di comunicare tanto, di colpire l’attenzione...
Segnalazione
a Silvio Marengo, Fossano (Cuneo)
-Per “I vitelli
di fassone”, lavoro molto “tecnico”, con belle immagini e testo tra il
letterario e lo scientifico, sguardo lucido ed innocente, di grande sincerità e
spontaneità, sulla realtà di un settore produttivo locale, che è cresciuto su
antiche tradizioni del mondo contadino nato in tempi preistorici, tuttora
legata a terminologie “dialettali”, ad antichi rituali, sapienze di esperienza,
che logiche economiche ed i ritmi moderni solo parzialmente hanno modificato...
Fotografie
La
giuria della XXX edizione del “Concorso Parole ed Immagini”, per quanto
riguarda le “fotografie”, formata da Grazia Bertano, Cristiano Cerato e Massimo
Macagno, si è riunita, la sera di giovedì 17 giugno, con distanze, igienizzante
e mascherine, nella sede del Circolo organizzatore, ed ha espresso il seguente
verdetto.
1 - “Cavalli,
che passione!”
1° Sandra Ceccarelli di Firenze
-Per il lavoro complessivo che
ben sviluppa il tema. Di particolare rilievo l’ottimo ”Bagno al tramonto”
(2/4). Lo «story telling» (il “raccontare la storia”), in bianco e nero, nella
luce del calare del sole, è ben curato, fotogramma di film, del Far West,
magari, impeccabile in ogni dettaglio. In “Dialogo” e “Embèh” ben si sintetizza
il rapporto con l’equino, che affonda in tempi umani ormai remoti. In “Embèh”
si segnala anche l’originalità degli elementi della composizione: nuvole,
sguardo e posizione del cavallo...
Segnalato Adalberto Torelli di Cuneo
- Per “Cavalli sin in cielo –
Dozza”, per la originalità nell’inquadrare il tema.
2 - “Mascherine, le protagoniste di questi
mesi...”
1° Sandra Ceccarelli di Firenze
-Per “Inquietudine”, del ritratto, con grande
intensità dello sguardo (il grande “mezzo di comunicazione umano” nei “tempi
delle mascherine”). I colori son curati (“umorali”, quasi), attento è il “cromatismo”,
sin alla “mascherina”, con buona “post produzione” (elaborazione
dell’immagine). Il contrasto tra l’età dei due soggetti è “gioco” che
sottolinea la drammaticità, “sospesa”, “immobile”, come il tempo che abbiam
vissuto, della scena...
2° Adalberto Torelli di Cuneo
- Per “Omaggio ad Umberto Eco”, immagine
originale e simpatica...
3 - “Il colore bianco”
1° Mario
Aliprandi di Olginate, Lecco
-Per “Silhouette”, con una “post produzione”molto curata, una
composizione interessante, perfettamente rispondente al tema, grafica, onirica,
surreale.
2° Nicola Daddi di Genova
-Per
“L’edificio ventaglio”, gioco di eleganza di linee e luci, per curare varie
gradazioni di bianco, altro lavoro perfettamente rispondente al tema, ottima e
molto curata la composizione.
3°
Nicola
Daddi di Genova
-per
“Il ballo”, nel richiamo al “bianco”anche da un aspetto “ideologico”, con la
età giovane del soggetto, la sua “innocenza”.
Premio speciale a Paolo Ferretti di Fornacette di Pisa
-Per la serie “Figuranti” (introdotta da “Atelier”), un bel lavoro di “sequenza”, elegante, reportage “in bianco”.
4- “Il nostro futuro”, immaginiamo e
sognamo
1° Sandra
Ceccarelli di Firenze
-Per la fotografia “Fascino tecnologico”, per la
atmosfera davvero “da sogno”, onirica, fantasiosa, piena di immaginazione.
L’immagine del futuro è vista da una bambina con vicino un adulto, attraverso
una tecnologia che evoca la “sfera di cristallo”.
2° Paolo Ferretti di Fornacette di Pisa
-Per
la fotografia “Stringi forte papà”, viaggio dal buio alla luce, nel
settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, quasi una evocazione
dantesca, del suo andar con Virgilio tra inferno e purgatorio, verso il
paradiso. Si immagina un futuro migliore, con un adulto che guida un bambino...
3° Paolo Ferretti di Fornacette di Pisa
-Per
la fotografia “Domani è un altro giorno”. La figura femminile giovane cammina
verso un cielo rosso, o al tramonto (“Rosso di sera...”), in una bella idea
compositiva... Il titolo riprende, cita, frase finale del film hollywoodiano,
pietra miliare della storia della cinematografia mondiale, “Via col vento” di
Victor Fleming (1939, anno in cui cominciava la Seconda Guerra Mondiale),
pronunciata, nell’ultima sequenza, dalla protagonista Rossella O’Hara, entrata
nel lessico comune di più generazioni.
5 - “Le più belle fotografie del mio
cellulare”
1° “La Maddalena dopo la mareggiata” di Lelio Giraudo, Boves (Cuneo)
-Bella composizione, con ottima gestione del
bianco e nero, della nitidità dell’immagine, impeccabile scelta del momento
dello scatto.
2° Mario Aliprandi di Olginate, Lecco
-Per “Cappella del Barolo”, bella
composizione, equilibrata, con colori vivaci, contrasti, luminosità, evocazione
di paesaggi.
Mellana di Boves, 18 luglio 2021
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