mercoledì 9 agosto 2017

Poesia vincitrice di Pietro Baccino - sezione B

Non hai un volto

Non hai un volto, madre di mio padre,
che, mettendolo al mondo, ti spegnesti
senza tua colpa, sconfitta negli anni
dalla fatica di tutti i tuoi figli
e dal lavoro nel campo, dal fieno
rivoltato d’estate, dalla vanga
lucida, ma pesante, dei tuoi giorni
più giovani, ma orbati di sorrisi.
Al paese è rimasta la memoria
del tuo spedito andare, d’energie
ridondanti a servire il tuo destino.
E’ rimasta, ma breve, e io soltanto
oggi la segno con triste grafia
sul diario dei ricordi perituri.
Nel registro dei morti, là in Comune,
si ritrova il tuo nome, ma non c’è
la sveglia antelucana d’ogni giorno
a curare i tuoi figli e quattro pecore
dagli occhi dolci nella stalla piccola.
Non c’è la cura d’impastar farina
sulla madia e non senti il buon profumo
della pagnotta calda sulla brace.
Non c’è la schiena curva nel raccogliere
tra gli irti ricci le castagne lucide,
non c’è il gelo che brucia le tue dita
quando spacchi la legna nell’inverno.
Non ci sono i tuoi sogni, e i tuoi pensieri
resteranno segreti per l’eterno
fluire di stagioni, che cancellano
l’esile segno dell’umano esistere.
Così, mentre il tuo mondo va svanendo,
quel mondo che hai lasciato da cent’anni
senza che resti un segno del tuo volto,
io voglio dedicarti il mio pensiero.







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