Un nuovo planare
E’ l’abito sdrucito che indosso
nel cammino di mezza vita
che m’inchioda a frammenti
di un mondo che si è fermato dentro.
Momenti, giorni, stagioni
andati e lasciati ad un tempo perso,
rimasto immobile dietro a una porta
mai oltrepassata.
Ho cercato di bruciare
la valigia consumata
delle cose non vissute,
dei rimpianti,
ma il falò dei ricordi
si è spento da un improvviso
rovescio di amarezze.
E i giorni rotti,
le parole sbagliate
sono schegge appuntite,
abbandonate nei fondali dell’anima,
perché tormentino meno,
sono parole senza pace,
sollevate dai venti dei pensieri
dispersi e scagliati distante.
Resta una manciata incerta
di un tempo dilatato
tra un sogno sgualcito
e un diario di poesie.
Tento un nuovo planare
sopra quel cielo basso,
oltre la coltre di nuvole e nebbia
che sprofondano il cuore,
e mi sorprendo a ridere ancora
nella luce sempre diversa
dell’andare costante del fiume,
scoprendo di essere viva.
Gloria Venturini
Lendinara (Rovigo)
Una follia dell’esistenza
E se bellezza non fosse nient’altro
che una luce del mattino?
Un sorriso che inciampa nelle disillusioni?
O solo occhi di laguna
mentre scende la sera
e lo sconforto ruba il cuore?
E se la bellezza vivesse anche
in fondo ad un dolore?
Senza fiocchi e fiori sparsi
guardiamoci veramente
guardiamoci veramente
siamo essenze effimere in transito,
votate all’eclissi,
la bellezza è un’immagine disarmante,
la bellezza è un’immagine disarmante,
una follia nell’esistenza.
Ruotiamo intorno a corpi che ricoprono
null’altro che ossa e organi,
Ruotiamo intorno a corpi che ricoprono
null’altro che ossa e organi,
nobildonne e cavalieri
in secoli d’imbrogli e tragedie
per declinare l’arpia della logica.
in secoli d’imbrogli e tragedie
per declinare l’arpia della logica.
Documentiamo i parametri disturbanti
di chi non conosce e crede di sapere,
sabotando i dogmi che intorbidano le menti.
L’equivoco cavalca tra il bello dell’amore,
il dono dell’arte e un’armonia musicale,
un paesaggio che inganna e
impedisce di capire che siamo tutti
aberrazioni di paure che rendono ciechi.
Gloria Venturini
Lendinara (Rovigo)
grazie
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