Scritti
La giuria della
XXVI edizione del “Concorso Parole ed Immagini”, per quanto riguarda gli
“scritti”, formata da Valentina Biarese, Giorgio Casiraghi ed Alessandro
Giordanetto (con la consulenza, per dialetti e lingue naturali, di Candida
Rabbia), si è riunita, venerdì 1° luglio giugno, alle 19, nella sede del
Circolo, esprimendo il seguente verdetto.
Poesia e
prosa giovane-
1° “Unico fra tanti” - di Luce
Santato, Lendinara (Rovigo)
-I brevi versi liberi della poesia
riescono a evocare con intensità una storia densa di affetto, fiducia, e
comprensione, tristemente interrotta dal destino. Il tono colloquiale e la
semplicità delle immagini raccontate restituiscono con naturalezza una
sensazione di dolcezza e malinconìa.
2° “L’ultimo
canto”– di Luce Santato, Lendinara (Rovigo)
-L’opera esprime la disperazione di una dipendenza:
i versi constatano in prima persona la delusione di un fallimento esistenziale
e la rabbia di chi non trova soluzioni. La bottiglia vuota diventa metafora di
una vita ferita, e i termini "grido" e "canto", con cui la
poesia si conclude, ne sottolineano con rapidità l'epilogo tragico.
Poesia a tema libero in italiano
1° “Mani da vecchio” di Pietro Baccino, Savona
-Un velo
di malinconia lega i versi dell’autore che descrive con efficacia gli impietosi
segni del tempo che scorre, ma richiama con altrettanta forza le emozioni e i
progetti coltivati da fanciullo. Deliziosa e struggente l’immagine, ancora
viva, della gioia di mamma, felice per una carezza, dolce gesto d’amore.
2° “Palcoscenico
2015” di Adalberto Torelli, Cuneo
- Un amaro parallelo tra la scena teatrale e
la vita dove degradano e si sfuocano immagini, curiosità ed emozioni.
L’indifferenza e il pessimismo calano un sipario di buio e silenzio tra
l’attore e la vita.
3° “Chi mi chiama soldato (ad un
fante zappatore, Asiago 1917) – di Maria Francesca Giovelli, Caorso (Piacenza)
- Ancora una volta e
per mai dimenticare, l’autore narra con delicatezza il sacrificio dei tanti
caduti nel Primo conflitto mondiale.
Il lavoro si concentra
sui sentimenti di un fante rubato ai suoi costumi e alla sua terra.
Prosa a tema libero in italiano
1° “Quello che corre” di Paolo Arnolfo, Busca (Cuneo)
-L’attività sportiva della corsa è il filo
conduttore di un percorso di recupero della memoria di una vita. Passo passo si
dipanano eventi e riflessioni profonde, fino all’inaudita tragedia della morte
del figlio, dolore indicibile che solo dopo venti anni il protagonista riesce
ad affrontare.
2° “Come le mele” di Gloria Venturini,
Lendinara (Rovigo)
- Un uomo vedovo ripensa alla sua vita: delicata riflessione
in prosa sul tema della perdita e sulle piccole cose che caratterizzano ogni
esistenza.
3° “Un momento tanto atteso” di Ornella Zambelli,
Calolziocorte (Lecco)
-Ironico e divertente, il racconto sorprende un’amante in
attesa del momento decisivo in cui –o la va o la spacca – costringerà il suo
uomo a lasciare la famiglia per unirsi a lei: ma i momenti decisivi non sono
mai come ce li aspettiamo.
Satira
Premio speciale a
Vittore Giraudo, Cuneo
-Per le sue opere (in particolare, quest’anno, “Scritta mentre sono in
sala di attesa al pronto soccorso”), liriche anche nella tradizionale forma
giapponese degli aiku, piene di ironia, estrosità, creatività, ma anche capaci,
oltre il momento di sorriso, oltre l’assaporar l’arguzia, di far riflettere, di
analizzare la realtà attuale e le evoluzioni dei tempi, con lucidità, fuori
dagli schemi, dagli schieramenti, dalle remore e dalle auto-censure.
Dialetti e lingue
naturali - poesie
1° “A l’ësfiorì ‘d na reusa” di Antonio Tavella, Racconigi (Cuneo)
-(In piemontese) L’autore, sciogliendo il nodo evolutivo che porta il
linguaggio ed essere “senza frontiere” (ovvero a creare bellezza assoluta indipendentemente
dalla lingua usata, fosse anche la più primitiva), conferisce al tema
eterogeneità d’argomenti e dovizia lessicale, rivelandosi grande conoscitore di
questa lingua “rude”, che è riuscito a
piegare fino al punto di riuscire ad esprimere il soffio dell’anima.
2° “Ra me isura” di Pietro
Baccino, Savona
-(In ligure): l’autore ripercorre antichi sentieri della
terra atavica, dopo il faticoso vagare su quelli aspri e stranieri. Viaggio
della memoria che i suoni della lingua naturale rendono ancora più toccante,
rieccheggiando le voci avite.
3° ex aequo “Ra carità” di Elda
Rasero, Portacomaro (Asti)
-(In piemontese astigiano) Pochi sintetici versi bastano a restituirci
un’atmosfera di festa, carica di candori e profumi che rimandano alle antiche
usanze, quando si premiava la più bella “carità”(dolce tipico).
3° ex aequo “La puèra” di
Giuseppe Ramella di Caravonica (Imperia)
-(In ligure) È un vero e proprio inno che l’autore dedica alla piccola
roncola, umile attrezzo per potare, usata anche per ripulire dagli sterpi muri
e fossati. Sempre pronta all’uso, ora rivive, insieme ad un tempo ormai
concluso, solo più nel ricordo di chi l’ha adoperata.
Segnalate:
-“Poesie” di Nicolina Ros, San
Quirino (Pordenone)
(In friulano) sintetici versi colgono nella sua essenza il senso della
poesia, che sa trasformare emozioni, melanconie e trasalimenti in bellezza,
sciogliendo i nodi dell’inquietudine.
-“Caleidoscòp” di Giuseppe Mina,
Ancona
(In
Piemontese) Come un barbaglio di luce
improvviso, l’autore rende lo splendore di attimi che non tornano più,
scintille di ricordi allacciati nella danza del cuore.
Dialetti e lingue
naturali - prose (“Le
conte”)
1° “Ëd feste da bal” di Antonio
Tavella, Racconigi (Cuneo)
(In piemontese) Si intrecciano nel racconto i balli campestri e quelli
delle altre feste nuziali con quelli più rischiosi dei sabba stregoneschi: è
qui che la fantasia dell’autore
raggiunge l’apice nel descriverne le scene “... na dosena ‘d diavlass che, ën
bufand... a l’avìo fèit ëd ciadei e ‘d
bacalèt ch’as sentio manch a Salusse a la fera dij pocio”. La complessità dell’articolazione idiomatica
è certo tra la più alte registrate, tra gli autori di letteratura piemontese.
2° “Pidrèn e sò cavalin-a” di Luciano Ravizza, Castell’Alfero (Asti)
-(In piemontese astigiano) La storia toccante di Pidrèn è resa in tutta
la sua semplicità e schiettezza dalla lingua astigiana, che ne dipinge un
quadro molto efficace nell’operosità contadina unita all’estrosità d’un uomo
che sapeva anche vivere (il piatto d’ agnolòt alla bettola di Madlinèn, la
siepe potata con una corsa di cavallini e... il primo televisore, là nella
borgata sul bricco dove tutti erano invitati a vederla). Ma ci penserà Catlin-a
a interromperlo, proprio nel giorno del
rintocco dei novanta, quando la sua cavallina, giunta a casa, invano attendeva
che Pidrèn smontasse dal calesse.
3° “Fiorin e l’amor për soa vigna” di Attilio Rossi,
Carmagnola
-L’autore narra
doviziosamente la passione di Fiorin per la sua vigna, il suo attaccamento alla
terra (che trasmette alla famiglia) nonostante il tutto sia condito da
“Speranze e sagrin”. Conclude ricordandolo come esempio da imitare, ormai tutt’uno con la sua
vigna nella memoria dell’autore.
Sezione “Parole ed Immagini
La giuria della
XXVI edizione del “Concorso Parole ed Immagini”, per quanto riguarda la sezione
“simbolo”, “Parole ed Immagini”, formata da Valentina Biarese, Giampaolo Angius
Giorgio Casiraghi e Sergio Carletto, si è riunita, nella sede del Circolo, giovedì
sera 24 giugno, alle 19, esprimendo il
seguente verdetto.
1°
Anna Maura Alvoni e Lidia Calzolari, Bologna
-Lavoro
articolato, dai profondi ed intensi contenuti, attenta analisi di situazioni e
sensazioni, con sensibilità che si evince tutta femminile, perfettamente
rispondente al tema, “parole ed immagini” per eccellenza, valido sia nelle
belle immagini espressive, delicate, che nei testi abbinati completamente.
2°
Massimo Cerina e Daria De Benedetti, Latina
-“Luljeta”,
testo che prevale sulle immagini, delle quali una di maggiore qualità, ma
entrambe perfettamente rispondenti all’abbinamento, sottolineando,
approfondendo, aggiungendo sfumature e sensazioni alle parole, con coerenza,
nella semplicità, delicatezza, espressività.
3°
Nicola Molino, Aosta
-Per il
complesso delle opere, e, soprattutto, per “Aurora al pub”, con espressivi
disegni di ottima fattura, abbinati a testi validi, per un discorso giocoso,
brillante, ironico, agile ed originale, che gioca con la sensualità, tra il
sogno ed il saper sorridere della realtà.
Segnalato
-
Alessandro Dattola, Frabosa Sottana (Cuneo)
-Per il
complesso delle opere, ed in particolare per “Il dissidente”, per la grande
creatività ed estrosità, la perfetta fusioni di testi ed arte, espressività in
cui si amalgamo parole e comunicazione ottenuta con l’utilizzo, studiato ed
intelligente, anche con attenzione estetica, di vari materiali, scarti ed
antiquariato insieme, contemporaneità che guarda al passato, tendendo al
superare il tempo, attualizzare ricordi.
Fotografie
La giuria della
XXVI edizione del “Concorso Parole ed Immagini”, per quanto riguarda le
“fotografie”, formata da Grazia Bertano, Cornelio Cerato e Giorgio Olivero, si
è riunita la sera di giovedì 30 giugno, alle 21, nella sede del Circolo organizzatore,
ed ha espresso il seguente verdetto.
1 - “Il lavoro
dei campi ( ovvero “Non proprio di soli fagiuoli si vive”)
1° Pietro
Gandolfo, Chiusanico (Imperia)
-Per “Ulivi – la raccolta”, per la qualità e
nitidezza della composizione dell’immagine, realizzata con buona tecnica e la
scelta di un soggetto vivace, accattivante ed evocativo, pieno di movimento.
2° Ermanno Agostinetto, Cuneo
- Per “Rifiniture”, inquadratura semplice ma
efficace, con buon utilizzo del bianco e nero, che crea effetto da “fuori del
tempo”, ieri ed oggi incatenati tra di loro, tratti della tradizione e dettagli
di modernità, eternità contadina.
3° Paolo
Ferretti, Fornacette di Pisa
-Per “Foraggio”, immagine che ben rende
l’antico rapporto, segnato dalla fatica, dell’uomo col lavoro (in questo caso
campestre), nel suo ripetersi quotidiano.
Segnalati
Michele
Siciliano, Boves (Cuneo)
-Per immagine numero 8 (di extracomunitario
che raccoglie fagioli), che ben si immerge nella realtà contemporanea del
lavoro dei campi, della sua evoluzione dalla tradizione, strettamente legata ad
un contesto famigliare e locale, ora nella «globalizzazione», nelle vicende
migratorie attuali. Come altre belle immagini dell’autore (ci par di capire,
dallo stile), paga, forse, nel giudizio della giuria, eccesso di lavoro in
post-produzione (in questo caso a correggere il colore del cielo, ci sembra),
raccogliendo meno di quanto tecnica espositiva e compositiva, e contenuto,
meriterebbero.
Nicola Daddi,
Genova
-Per l’immagine numero 3, minimale ma
equilibrata nella sua composizione: vien giudicato bel paesaggio agreste, senza
la presenza fisica dell’uomo e del suo lavoro, ma con le relative tracce ben
“incise”.
Pietro
Gandolfo, Chiusanico (Imperia)
-Per la fotografia “Raccolta del fieno”,
lavoro un delicato lavoro inserito in un contesto montano dei tempi andati, con
composizione semplice, lineare, bella immagine “pulita”.
2 - “Magiche luci sul finir del giorno, il crepuscolo”
1° Bianca
Maria Capanna, Cuneo
-Per l’immagine dei “Pescatori”: la magia del
finire del giorno viene catturata, sul mare, con semplicità (senza
pretenziosità), in maniera pulita, minimalista, poetica. Migliori ancora
potrebbero essere i risultati con maggior cura nel taglio, che renderebbe
davvero ottima la composizione.
2° Nicola
Daddi, Genova
- Per il complesso delle opere ed
alcuni scatti in particolare: “Lungomare”,
semplice, magari non del tutto aderente al tema, ma con dentro il “senso
dell’infinito”, “Cielo e scogli” con composizione
equilibrata, priva di elementi di disturbo, “La terrazza sul mare”
elegante.
3° Paolo
Ferretti, Fornacette di Pisa
-Per “Milano Expo 2015,
per originalità del soggetto, in “grande evento” dell’anno passato, immagine
simbolo della manifestazione, di cui le tenebre calanti sottolineano, con
ottima tecnica e sensibilità, le luci.
3 -
“Il colore viola”
1° Loredana Berteina, Fossano
-Per la immagine 2, con composizione elegante, quasi come una danza,
linee semplici, in perfetta rispondenza al tema.
2°
Pietro Gandolfo, Chiusanico (Imperia)
-Per l’originalità
della composizione ed il punto di vista inusuale, suggestivo ed efficace, che
hanno colpito la giuria, al di là di una non proprio preponderanza della
tonalità viola.
3° Nicola Daddi, Genova
-Per la foto 3: tra le numerose presentate in sezione con protagonista
la fioritura della lavanda (tipico soggetto cui si pensa per evocare il colore
viola), spicca in modo particolare questa bella ed equilibrata immagine.
4- “Le mille ed una notte” (luoghi e cultura del Mondo arabo e mediterraneo)
1° Paolo Bussone, Cervasca (Cuneo)
-Per
il complesso delle sue foto, bel reportage di viaggio che ti permette di
accompagnare idealmente il fotografo, e, soprattutto per la “Ragazza beduina”,
bella immagine, che riesce a portarci in un mondo lontano e diverso, capace di
incuriosire, attirare e non spaventare, affascinante ed amichevole.
5 - “Vi mostro quello che cucino” (il buono da mangiare anche bello da
vedere)
1° Pietro
Gandolfo, Chiusanico (Imperia)
-Per i “Panini” della foto 1, con buona
ricerca compositiva ed originalità dell’immagine, dimostrazione una attenzione
e sensibilità fotografica non comuni.
2° Mattia
Bussone, Gaiola (Cuneo)
-Per la foto 3, la preparazione
di vero “rito”, sapientemente colta, in antichi gesti, eterni, che evoca sin
alle memorie dell’infanzia.
3° Marco Bianchini, Reggio Emilia
-Per “Il mio territorio”, pregevole esempio di “still life” (“natura
morta”), che promuove prodotti di una zona, in elegante composizione, con
curati giochi di luce nello sfondo nero, a sottolineare, in una forma che
richiama quella pubblicitaria.
Mellana di Boves, 17 luglio 2016