Poesie vincitrici a Mellana di Boves
Disse ti amo
Disse ti amo
mentre mani separavano mani
e lei diveniva figura lontana
irraggiungibile
Disse ti amo
rivolgendosi al cuore coperto
da un camice a righe e un numero
che cancellava la dignità e il nome
Disse ti amo
e lo videro sorridere
come uno sciocco
anche quando le gambe furono così esili
da non riuscire a reggere
neppure l’anima
Disse ti amo
nelle notti rannicchiate di ossa contro ossa
mentre il pensiero solcava il filo spinato
a cercare il conforto delle stelle
Disse ti amo anche quando come fumo
passò dal camino
nuvola libera, sognò di diventare pioggia,
cadere sul volto di lei
a riempirle gli occhi
a lavare il dolore
Stefano Borghi
Cornaredo, Milano
Alle cinque della sera
Ed io muoio ogni giorno alle cinque della sera
deriso, cieco, sospinto e calunniato
chino nella sabbia sconsacrata di una arena
tra le risa degli astanti
arreso all’infinita lacrima del sogno
ad un vuoto tra le spine, ad un urlo straziato di giovenca
vedo solo buio sopra i fioriti davanzali
e timidi ventagli, e donne con camicie fresche di bucato
colori forti ed una chitarra sospinta tra gli scanni
tutto si piega, si asciuga sotto il sole
il sangue ed il flamenco
gli embrici curvati sulla fragile arenaria
quando il pelo lucente è trafitto dal pugnale
ed un uomo armeggia tra le mie ossa chiare
spegne le tempie, la mia vita
discende tra le tibie, buca il mio ventre
come falco lanciato sulla preda
c’è un odore sommesso di letame, il lezzo scuro della morte
mentre io lentamente dondolo, barcollo
mi capovolgo senza vita in un bemolle lento
le zampe in aria, a danza ferma, nell’arpeggio dei cedri che si alza.
È polvere la morte, è sangue che zampilla, ogni giorno striscia sul grano lieve
e mi trafigge il cuore, ancora ed ancora
ogni volta alle cinque della sera.
In un cerimoniale lento, che si ripete all’infinito.
Tiziana Monari
Prato
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