La nonna
È mezzogiorno, come un rituale
t’affacci sulla soglia della porta
ed io ti guardo, dietro il mio giornale,
ma tu non vedi nel tuo mondo assorta.
Quando ti scopri dal mio sguardo punta
spalanchi il tuo sorriso di due denti,
ed io ti fisso nella faccia smunta:
ritorna un tempo e forse tu lo senti.
Lo senti fra le nebbie del tuo limbo,
tempo di primavere, ormai passato,
e mi rivedi e mi rivedo bimbo
sulle ginocchia tue accoccolato.
O pure con la blusa da scolaro
che torno d la scuola elementare,
col mio quaderno e sopra un voto raro,
un dieci e lode da trasecolare.
Oh, caro, dolce tempo di una volta,
fatto di dieci e lode e di novelle,
età felice, semplice, raccolta...
bastava un dito per toccar le stelle!
O forse il tuo sorriso ormai sdentato,
col ben dell’intelletto un po’ corroso,
non ama più i ritorni del passato,
ma un vigile presente, premuroso.
Difatti, proprio come un rituale,
la soglia della porta hai superata.
È mezzogiorno, pronta e puntuale,
aspiri dal paiolo la fumata!
Enrico Zuccotti
Ospedaletto Lodigiano
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