lunedì 18 luglio 2016

Verdetto Parole ed Immagini 2016 - XXVI


Scritti

La giuria della XXVI edizione del “Concorso Parole ed Immagini”, per quanto riguarda gli “scritti”, formata da Valentina Biarese, Giorgio Casiraghi ed Alessandro Giordanetto (con la consulenza, per dialetti e lingue naturali, di Candida Rabbia), si è riunita, venerdì 1° luglio giugno, alle 19, nella sede del Circolo, esprimendo il seguente verdetto.



 Poesia e prosa giovane-

 
1° “Unico fra tanti” - di Luce Santato, Lendinara (Rovigo)

-I brevi versi liberi della poesia riescono a evocare con intensità una storia densa di affetto, fiducia, e comprensione, tristemente interrotta dal destino. Il tono colloquiale e la semplicità delle immagini raccontate restituiscono con naturalezza una sensazione di dolcezza e malinconìa.

2° “L’ultimo canto”– di Luce Santato, Lendinara (Rovigo)

-L’opera esprime la disperazione di una dipendenza: i versi constatano in prima persona la delusione di un fallimento esistenziale e la rabbia di chi non trova soluzioni. La bottiglia vuota diventa metafora di una vita ferita, e i termini "grido" e "canto", con cui la poesia si conclude, ne sottolineano con rapidità l'epilogo tragico.

 

 
Poesia a tema libero in italiano

 

1° “Mani da vecchio” di Pietro Baccino, Savona

-Un velo di malinconia lega i versi dell’autore che descrive con efficacia gli impietosi segni del tempo che scorre, ma richiama con altrettanta forza le emozioni e i progetti coltivati da fanciullo. Deliziosa e struggente l’immagine, ancora viva, della gioia di mamma, felice per una carezza, dolce gesto d’amore.

2° “Palcoscenico 2015” di Adalberto Torelli, Cuneo

- Un amaro parallelo tra la scena teatrale e la vita dove degradano e si sfuocano immagini, curiosità ed emozioni. L’indifferenza e il pessimismo calano un sipario di buio e silenzio tra l’attore e la vita.

3° “Chi mi chiama soldato (ad un fante zappatore, Asiago 1917) – di Maria Francesca Giovelli, Caorso (Piacenza)

- Ancora una volta e per mai dimenticare, l’autore narra con delicatezza il sacrificio dei tanti caduti nel Primo conflitto mondiale.

Il lavoro si concentra sui sentimenti di un fante rubato ai suoi costumi e alla sua terra.

 

 
Prosa a tema libero in italiano

 

1° “Quello che corre” di Paolo Arnolfo, Busca (Cuneo)

-L’attività sportiva della corsa è il filo conduttore di un percorso di recupero della memoria di una vita. Passo passo si dipanano eventi e riflessioni profonde, fino all’inaudita tragedia della morte del figlio, dolore indicibile che solo dopo venti anni il protagonista riesce ad affrontare.

 2° “Come le mele” di Gloria Venturini, Lendinara (Rovigo)

Un uomo vedovo ripensa alla sua vita: delicata riflessione in prosa sul tema della perdita e sulle piccole cose che caratterizzano ogni esistenza.

 “Un momento tanto atteso” di Ornella Zambelli, Calolziocorte (Lecco)

-Ironico e divertente, il racconto sorprende un’amante in attesa del momento decisivo in cui –o la va o la spacca – costringerà il suo uomo a lasciare la famiglia per unirsi a lei: ma i momenti decisivi non sono mai come ce li aspettiamo.

 

Satira

 

Premio speciale a Vittore Giraudo, Cuneo

-Per le sue opere (in particolare, quest’anno, “Scritta mentre sono in sala di attesa al pronto soccorso”), liriche anche nella tradizionale forma giapponese degli aiku, piene di ironia, estrosità, creatività, ma anche capaci, oltre il momento di sorriso, oltre l’assaporar l’arguzia, di far riflettere, di analizzare la realtà attuale e le evoluzioni dei tempi, con lucidità, fuori dagli schemi, dagli schieramenti, dalle remore e dalle auto-censure.
 
 
 
Dialetti e lingue naturali - poesie

 

“A l’ësfiorì ‘d na reusa” di Antonio Tavella, Racconigi (Cuneo)

-(In piemontese) L’autore, sciogliendo il nodo evolutivo che porta il linguaggio ed essere “senza frontiere” (ovvero a  creare bellezza assoluta indipendentemente dalla lingua usata, fosse anche la più primitiva), conferisce al tema eterogeneità d’argomenti e dovizia lessicale, rivelandosi grande conoscitore di questa lingua “rude”, che  è riuscito a piegare fino al punto di riuscire ad esprimere il soffio dell’anima.

2° “Ra me isura” di Pietro Baccino, Savona

-(In ligure): l’autore ripercorre antichi sentieri della terra atavica, dopo il faticoso vagare su quelli aspri e stranieri. Viaggio della memoria che i suoni della lingua naturale rendono ancora più toccante, rieccheggiando le  voci avite.

3° ex aequo “Ra carità” di Elda Rasero, Portacomaro (Asti)

-(In piemontese astigiano) Pochi sintetici versi bastano a restituirci un’atmosfera di festa, carica di candori e profumi che rimandano alle antiche usanze, quando si premiava la più bella “carità”(dolce tipico).

3° ex aequo “La puèra” di Giuseppe Ramella di Caravonica (Imperia)

-(In ligure) È un vero e proprio inno che l’autore dedica alla piccola roncola, umile attrezzo per potare, usata anche per ripulire dagli sterpi muri e fossati. Sempre pronta all’uso, ora rivive, insieme ad un tempo ormai concluso, solo più nel ricordo di chi l’ha adoperata.

Segnalate:

-“Poesie” di Nicolina Ros,  San Quirino (Pordenone)

(In friulano) sintetici versi colgono nella sua essenza il senso della poesia, che sa trasformare emozioni, melanconie e trasalimenti in bellezza, sciogliendo i nodi dell’inquietudine.

-“Caleidoscòp” di Giuseppe Mina, Ancona

 (In Piemontese) Come  un barbaglio di luce improvviso, l’autore rende lo splendore di attimi che non tornano più, scintille di ricordi allacciati nella danza del cuore.

 

Dialetti e lingue naturali - prose (“Le conte”)

 

1° “Ëd feste da bal” di Antonio Tavella, Racconigi (Cuneo)

(In piemontese) Si intrecciano nel racconto i balli campestri e quelli delle altre feste nuziali con quelli più rischiosi dei sabba stregoneschi: è qui che  la fantasia dell’autore raggiunge l’apice nel descriverne le scene “... na dosena ‘d diavlass che, ën bufand... a l’avìo fèit ëd ciadei e  ‘d bacalèt ch’as sentio manch a Salusse a la fera dij pocio”.  La complessità dell’articolazione idiomatica è certo tra la più alte registrate, tra gli autori di letteratura piemontese.

 “Pidrèn e sò cavalin-adi Luciano Ravizza, Castell’Alfero (Asti)

-(In piemontese astigiano) La storia toccante di Pidrèn è resa in tutta la sua semplicità e schiettezza dalla lingua astigiana, che ne dipinge un quadro molto efficace nell’operosità contadina unita all’estrosità d’un uomo che sapeva anche vivere (il piatto d’ agnolòt alla bettola di Madlinèn, la siepe potata con una corsa di cavallini e... il primo televisore, là nella borgata sul bricco dove tutti erano invitati a vederla). Ma ci penserà Catlin-a a  interromperlo, proprio nel giorno del rintocco dei novanta, quando la sua cavallina, giunta a casa, invano attendeva che Pidrèn smontasse dal calesse.

3° “Fiorin e l’amor për soa vigna” di Attilio Rossi, Carmagnola

-L’autore narra doviziosamente la passione di Fiorin per la sua vigna, il suo attaccamento alla terra (che  trasmette alla  famiglia) nonostante il tutto sia condito da “Speranze e sagrin”. Conclude ricordandolo come  esempio da imitare, ormai tutt’uno con la sua vigna nella  memoria dell’autore.

 

Sezione “Parole ed Immagini

 

 

La giuria della XXVI edizione del “Concorso Parole ed Immagini”, per quanto riguarda la sezione “simbolo”, “Parole ed Immagini”, formata da Valentina Biarese, Giampaolo Angius Giorgio Casiraghi e Sergio Carletto, si è riunita, nella sede del Circolo, giovedì sera 24 giugno, alle 19,  esprimendo il seguente verdetto.

 

1° Anna Maura Alvoni e Lidia Calzolari, Bologna

-Lavoro articolato, dai profondi ed intensi contenuti, attenta analisi di situazioni e sensazioni, con sensibilità che si evince tutta femminile, perfettamente rispondente al tema, “parole ed immagini” per eccellenza, valido sia nelle belle immagini espressive, delicate, che nei testi abbinati completamente.

2° Massimo Cerina e Daria De Benedetti, Latina

-“Luljeta”, testo che prevale sulle immagini, delle quali una di maggiore qualità, ma entrambe perfettamente rispondenti all’abbinamento, sottolineando, approfondendo, aggiungendo sfumature e sensazioni alle parole, con coerenza, nella semplicità, delicatezza, espressività.

3° Nicola Molino, Aosta

-Per il complesso delle opere, e, soprattutto, per “Aurora al pub”, con espressivi disegni di ottima fattura, abbinati a testi validi, per un discorso giocoso, brillante, ironico, agile ed originale, che gioca con la sensualità, tra il sogno ed il saper sorridere della realtà.

Segnalato

- Alessandro Dattola, Frabosa Sottana (Cuneo)

-Per il complesso delle opere, ed in particolare per “Il dissidente”, per la grande creatività ed estrosità, la perfetta fusioni di testi ed arte, espressività in cui si amalgamo parole e comunicazione ottenuta con l’utilizzo, studiato ed intelligente, anche con attenzione estetica, di vari materiali, scarti ed antiquariato insieme, contemporaneità che guarda al passato, tendendo al superare il tempo, attualizzare ricordi.

 
Fotografie

 

La giuria della XXVI edizione del “Concorso Parole ed Immagini”, per quanto riguarda le “fotografie”, formata da Grazia Bertano, Cornelio Cerato e Giorgio Olivero, si è riunita la sera di giovedì 30 giugno, alle 21, nella sede del Circolo organizzatore, ed ha espresso il seguente verdetto.

 

 

1 -  “Il lavoro dei campi ( ovvero “Non proprio di soli fagiuoli si vive”)

 

Pietro Gandolfo, Chiusanico (Imperia)

-Per “Ulivi – la raccolta”, per la qualità e nitidezza della composizione dell’immagine, realizzata con buona tecnica e la scelta di un soggetto vivace, accattivante ed evocativo,  pieno di movimento.

2° Ermanno Agostinetto, Cuneo

- Per “Rifiniture”, inquadratura semplice ma efficace, con buon utilizzo del bianco e nero, che crea effetto da “fuori del tempo”, ieri ed oggi incatenati tra di loro, tratti della tradizione e dettagli di modernità, eternità contadina.

3° Paolo Ferretti, Fornacette di Pisa

-Per “Foraggio”, immagine che ben rende l’antico rapporto, segnato dalla fatica, dell’uomo col lavoro (in questo caso campestre), nel suo ripetersi quotidiano.

Segnalati

Michele Siciliano, Boves (Cuneo)

-Per immagine numero 8 (di extracomunitario che raccoglie fagioli), che ben si immerge nella realtà contemporanea del lavoro dei campi, della sua evoluzione dalla tradizione, strettamente legata ad un contesto famigliare e locale, ora nella «globalizzazione», nelle vicende migratorie attuali. Come altre belle immagini dell’autore (ci par di capire, dallo stile), paga, forse, nel giudizio della giuria, eccesso di lavoro in post-produzione (in questo caso a correggere il colore del cielo, ci sembra), raccogliendo meno di quanto tecnica espositiva e compositiva, e contenuto, meriterebbero.

Nicola Daddi, Genova

-Per l’immagine numero 3, minimale ma equilibrata nella sua composizione: vien giudicato bel paesaggio agreste, senza la presenza fisica dell’uomo e del suo lavoro, ma con le relative tracce ben “incise”.

Pietro Gandolfo, Chiusanico (Imperia)

-Per la fotografia “Raccolta del fieno”, lavoro un delicato lavoro inserito in un contesto montano dei tempi andati, con composizione semplice, lineare, bella immagine “pulita”.

 

 
2 - “Magiche luci sul finir del giorno, il crepuscolo”

 

1° Bianca Maria Capanna, Cuneo

-Per l’immagine dei “Pescatori”: la magia del finire del giorno viene catturata, sul mare, con semplicità (senza pretenziosità), in maniera pulita, minimalista, poetica. Migliori ancora potrebbero essere i risultati con maggior cura nel taglio, che renderebbe davvero ottima la composizione.

Nicola Daddi, Genova

- Per il complesso delle opere ed alcuni scatti in particolare: “Lungomare”, semplice, magari non del tutto aderente al tema, ma con dentro il “senso dell’infinito”, “Cielo e scogli” con composizione equilibrata, priva di elementi di disturbo, “La terrazza sul mare” elegante.

Paolo Ferretti, Fornacette di Pisa

-Per “Milano Expo 2015, per originalità del soggetto, in “grande evento” dell’anno passato, immagine simbolo della manifestazione, di cui le tenebre calanti sottolineano, con ottima tecnica e sensibilità, le luci.

 

3 - “Il colore viola”

 

Loredana Berteina, Fossano 

-Per la immagine 2, con composizione elegante, quasi come una danza, linee semplici, in perfetta rispondenza al tema.

2° Pietro Gandolfo, Chiusanico (Imperia)

-Per l’originalità della composizione ed il punto di vista inusuale, suggestivo ed efficace, che hanno colpito la giuria, al di là di una non proprio preponderanza della tonalità viola.

3° Nicola Daddi, Genova

-Per la foto 3: tra le numerose presentate in sezione con protagonista la fioritura della lavanda (tipico soggetto cui si pensa per evocare il colore viola), spicca in modo particolare questa bella ed equilibrata immagine.

 

 

4- “Le mille ed una notte” (luoghi e cultura del Mondo arabo e mediterraneo)

 

Paolo Bussone, Cervasca (Cuneo)

-Per il complesso delle sue foto, bel reportage di viaggio che ti permette di accompagnare idealmente il fotografo, e, soprattutto per la “Ragazza beduina”, bella immagine, che riesce a portarci in un mondo lontano e diverso, capace di incuriosire, attirare e non spaventare, affascinante ed amichevole.

 

 

5 - “Vi mostro quello che cucino” (il buono da mangiare anche bello da vedere)

 

Pietro Gandolfo, Chiusanico (Imperia)

-Per i “Panini” della foto 1, con buona ricerca compositiva ed originalità dell’immagine, dimostrazione una attenzione e sensibilità fotografica non comuni.

2° Mattia Bussone, Gaiola (Cuneo)

-Per  la foto 3, la preparazione di vero “rito”, sapientemente colta, in antichi gesti, eterni, che evoca sin alle memorie dell’infanzia.

3° Marco Bianchini, Reggio Emilia

-Per “Il mio territorio”, pregevole esempio di “still life” (“natura morta”), che promuove prodotti di una zona, in elegante composizione, con curati giochi di luce nello sfondo nero, a sottolineare, in una forma che richiama quella pubblicitaria.

 

 

Mellana di Boves, 17 luglio 2016




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